L'anfora qui raffigurata è conservata al Chateau-musée di Boulogne-sur-mer, non è firmata ma viene attribuita ad Exekias ed è del tipo a collo separato. Sul corpo dell'anfora è rappresentato il suicidio di Aiace: dopo la morte di Achille, Aiace ed Ulisse se ne contesero le armi, che, da Teti, vennero assegnate ingiustamente ad Ulisse, mentre dovevano toccare al più valoroso degli eroi greci superstiti, cioè appunto ad Aiace. Questi, furibondo, preso da un raptus di follia, si lanciò, nottetempo, fra le mandrie destinate all'alimentazione dei Greci e ne fece grandissima strage, immaginando che fossero l'esercito greco; poi, ritornato in sé, si vergognò della sua pazzia e si trafisse con la spada che gli aveva dato in dono Ettore. La rappresentazione di questo mito si incontra spesso, ma Aiace viene solitamente raffigurato già trafitto dalla spada e non, come fa Exekias, nel momento in cui infigge la spada nel terreno per gettarvisi contro. In silenzioso raccoglimento, co...
Mentre nelle civiltà orientali l'iniziativa del privato cittadino nel campo dell'arte rimane del tutto sconosciuta, in Grecia essa assume, sin dall'epoca arcaica, un ruolo notevole. Appena le condizioni economiche lo permettono il cittadino greco dona al santuario, anziché le piccole offerte fittili prodotte in serie, una statua, più grande o più piccola a seconda delle proprie possibilità, come oggetto prezioso, splendente, àgalma ; e il più prezioso, il più splendente era appunto l'immagine del corpo umano che poteva rappresentare o il dio o il devoto. Nel caso rappresentasse il devoto, quest'immagine personificava la sua continua umana presenza, senza però avere nessun riferimento personale in quanto restava concepita secondo una tipologia astratta: quella del koùros (giovane uomo nudo), e della kòre (giovane donna vestita) che caratterizzeranno tutta la produzione arcaica. Nello scolpire la figura umana lo scultore greco vuole esprimere la perfezione dell'es...