L'anfora qui raffigurata è conservata al Chateau-musée di Boulogne-sur-mer, non è firmata ma viene attribuita ad Exekias ed è del tipo a collo separato. Sul corpo dell'anfora è rappresentato il suicidio di Aiace: dopo la morte di Achille, Aiace ed Ulisse se ne contesero le armi, che, da Teti, vennero assegnate ingiustamente ad Ulisse, mentre dovevano toccare al più valoroso degli eroi greci superstiti, cioè appunto ad Aiace. Questi, furibondo, preso da un raptus di follia, si lanciò, nottetempo, fra le mandrie destinate all'alimentazione dei Greci e ne fece grandissima strage, immaginando che fossero l'esercito greco; poi, ritornato in sé, si vergognò della sua pazzia e si trafisse con la spada che gli aveva dato in dono Ettore. La rappresentazione di questo mito si incontra spesso, ma Aiace viene solitamente raffigurato già trafitto dalla spada e non, come fa Exekias, nel momento in cui infigge la spada nel terreno per gettarvisi contro. In silenzioso raccoglimento, con gli occhi sbarrati e il volto solcato dal dolore e dalla paura, l'eroe greco prepara minuziosamente il proprio suicidio. La lancia, l'elmo e lo scudo bilobato, decorato con il gorgoneion apotropaico, sono adagiati di lato e Aiace è disarmato e vulnerabile. Lo vediamo nudo, rannicchiato e solitario, mentre sistema la spada, volgendo simbolicamente le spalle all'albero della vita. Di lì a poco si scaglierà contro l'arma.
Exekias, Anfora con il suicidio di Aiace; 530-525 a.C.; da picssr.com |
La grande abilità di Exechias, si dimostra non solo nella resa stilistica della metopa, ma anche e soprattutto nella scelta del soggetto da rappresentare.
Il momento dell'attesa è quello in cui solitamente si concentrano le emozioni più forti e la sapiente intuizione di Exechias di rappresentare Aiace non a suicidio avvenuto, ma nell'istante immediatamente precedente - quello dell'attesa appunto - contribuisce in maniera determinante a trasmettere il forte pathos dell'avvenimento. Ancora una volta Exekias è estremamente bravo nello scegliere e nel rappresentare una scena di forte raccoglimento che colpisce la sensibilità dell'osservatore per la sua profonda carica emotiva.
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