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La prima produzione artistica in serie: i propulsori maddaleniani

Un evento di particolare rilievo nel quadro culturale del Paleolitico superiore è la nascita dell'arte, documentata sia da oggetti mobili di vastissima diffusione (ciottoli, placchette in pietra incisi, strumenti in osso o avorio decorati con figure scolpite o incise, sculture a tutto tondo in materiali diversi) che costituiscono la cosiddetta «arte mobiliare» (dal francese art mobilier), sia da figure incise, scolpite o dipinte sulle pareti o sulla volta delle grotte, per le quali è usata la denominazione «arte rupestre» o «arte parietale». 
Nell'ambito dell'arte mobiliare, di pregevole fattura sono i propulsori scolpiti. Il propulsore è un'arma da lancio che permette di scagliare a grande distanza, anche più di 90-100 metri, una zagaglia (asta di legno con punte in pietra, osso, corno). Consiste in uno strumento in legno o corno con un gancio all'estremità dove viene inserita la zagaglia, impugnandolo, permette di allungare il braccio. In questo modo cambia la leva ed in più si utilizzano anche i muscoli del polso, imprimendo alla zagaglia una spinta anche più di 4 volte che nel lancio senza il propulsore. Pensate che nell'America centrale, durante la colonizzazione, era usata dai popoli locali come unica arma in grado di forare le corazze degli spagnoli. Atlatl è il suo nome nel nord America. I reperti più antichi risalgono al Solutreano superiore (18000-16000 anni fa) anche se il maggior numero di testimonianze sono state rinvenute negli strati del Maddaleniano. I propulsori erano realizzati in legno o in corno di animale (quasi sempre renna) e potevano essere scolpiti e riccamente decorati, diventando vere e proprie produzioni artistiche. Prendiamo in esame alcuni degli esemplari più importanti. 

Propulsore a forma di bisonte. Per modellare un intero bisonte dalla sezione palmata di un corno di renna, lo scultore ha magistralmente mostrato l'animale nell'atto di voltarsi all'indietro per leccarsi il fianco. La testa e il collo sono distinti in bassorilievo dal resto del corpo. Alcuni dettagli finemente incisi danno vita alla figura. La scultura è con ogni probabilità la parte decorata di un propulsore. L'oggetto è stato rinvenuto nella Grotta della Madeleine, ed è oggi conservato al Musée d'Archéologie Nationale, St Germain-en-Laye, Parigi, Francia. Misura 10,5 cm di lunghezza ed è datato al tardo Maddaleniano

Bisonte che si lecca il dorso. L'oggetto è stato rinvenuto nella Grotta della Madeleine, ed è oggi conservato al Musée d'Archéologie Nationale, St Germain-en-Laye, Parigi, Francia. Misura 10,5 cm di lunghezza ed è datato al tardo Maddaleniano

Propulsore a forma di mammut. Si tratta di un frammento di propulsore scolpito a forma di mammut sfruttando ingegnosamente la parte palmata delle corna dove l'asta si allarga e si dirama verso i denti superiori. Per adattare la figura alla forma triangolare delle corna l'artista ha realizzato l'animale con tutti e quattro i piedi uniti in basso, in una posizione non del tutto naturale. Anche la resa del volto risente delle costrizioni imposte dal supporto. Tuttavia la sagoma che ne risulta è chiaramente identificabile con la rappresentazione di un mammut. Le zanne sono intagliate a basso rilievo lungo la parte inferiore del volto, e sopra di queste un foro su ciascun lato indica gli occhi anche se sproporzionatamente grandi e non nella corretta posizione anatomica. Sempre sopra le zanne ma in posizione centrale del volto si trovano, su ambo i lati, varie tacche incise su due livelli. Originariamente la coda dell'animale si piegava per formare l'uncino del propulsore, poi in seguito alla sua rottura è stato praticato un foro diagonale dalla parte superiore per inserirne uno nuovo in sostituzione.

Propulsore maddaleniano a forma di mammut; lunghezza: 12.40 cm, larghezza: 1.50 cm, altezza: 6 cm; rinvenuto a Montrastuc; conservato al British Museum; ph. britishmuseum.org


Propulsore a forma di cerbiatto. Questa graziosa figura di cerbiatto o di daina è lunga circa 7 cm e risale a circa 16000 a.C. L'intero propulsore ha una lunghezza di 29,5 cm. La linea incisa lungo il corpo dell'animale probabilmente rappresenta un cambiamento nel colore del mantello. Sebbene la maggior parte degli autori ritenga che la protuberanza che esce dal posteriore dell'animale siano escrementi con due uccelli che si sono posati sopra, altri sostengono invece che si tratti del sacco amniotico e che l'animale stia partorendo. Le ragioni fornite sono che gli animali non guardano mai indietro per vedere i loro escrementi, ma di solito lo fanno quando partoriscono. Inoltre l'appendice in questione sembra essere troppo grossa per rappresentare degli escrementi, mentre è delle dimensioni giuste per voler raffigurare una sacco amniotico con il feto all'interno. Gli occhi sono incavati, originariamente dovevano essere riempite con resina o ambra. Dal punto di vista stilistico questo propulsore è di elevata qualità, un vero capolavoro dell'arte mobiliare paleolitica che testimonia una grande padronanza nella lavorazione delle corna di renna.


Propulsore a forma di cerbiatto rinvenuto a Mas d'Azil e conservato al Musée National de Préhistoire, Les Eyzies-de-Tayac; ph. donsmaps.com

Altri due propulsori da ricordare per la pregevole fattura sono uno raffigurante due stambecchi che si affrontano rinvenuto nella Grotta di Trois Freres e uno scolpito e inciso a forma di cavallo che salta proveniente dalla Grotta di Bruniquel (Tarn-et-Garonne).

Propulsore maddaleniano ricavato da corno di renna raffigurante due stambecchi che si affrontano; provenienza: Grotta de Trois Freres (Ariege); ph. donsmaps.com


Propulsore a forma di cavallo che salta, dalla grotta di Bruniquel; lunghezza: 28 cm; conservato al Musée d'Archeologie Nationale et Domaine, St-Germain-en-Laye; ph. donsmaps.com


Per la quantità e la qualità degli esemplari ritrovati la produzione dei propulsori si può considerare come il primissimo esempio conosciuto di arte prodotta in serie. L'invenzione di questi strumenti aumentò notevolmente l'efficacia delle armi da getto e quindi della caccia in generale. Dobbiamo quindi immaginare che essi assunsero ben presto una grande importanza da divenire delle armi inseparabili per i cacciatori paleolitici. Da qui probabilmente nacque il desiderio di avere degli oggetti personalizzati e di bella fattura, come abbiamo esaminato in questo post, che diede vita ad una vera e propria produzione artistica.

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