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La nascita della ceramica greca: lo stile geometrico

Il periodo compreso tra i secoli XI e VIII a.C., fra l'esaurirsi della civiltà micenea e il sorgere di quella greca, è detto, impropriamente, "medioevo ellenico", volendo con questa definizione, indicare un'età oscura, barbara, di decadenza, con un paragone, evidente, con il medioevo europeo. Ma, come da diverso tempo è ormai superato il pregiudizio di un periodo di scadimento del nostro medioevo, così non possiamo dare giudizi sommari e spregiativi sul medioevo ellenico, che è piuttosto un periodo di formazione, al quale concorrono influenze di derivazione cretese-micenea e conoscenze dell'arte orientale; attraverso la lunga elaborazione di questi elementi e l'apporto di nuove popolazioni che abitano le terre egee, viene nascendo la civiltà artistica greca.

È in questo periodo che nasce la prima importante produzione ceramica greca. Dopo la scomparsa della civiltà micenea non si registrarono subito mutamenti notevoli nell'arte della ceramica, ma ben presto le idee di una nuova epoca vennero ad esprimersi nella ceramica come in altri settori dell'arte greca. Dal X al IX secolo a.C., infatti i motivi decorativi curvilinei, e le rappresentazioni di motivi vegetali e di scene marine così diffusi nel mondo minoico e in quello miceneo, cedono il campo a decorazioni geometriche. A poco a poco scompare il repertorio di temi minoici e trionfano le decorazioni a zig-zag, a triangoli tratteggiati, a scacchiera, a rete, a cerchi tangenti e concentrici, a semicerchi, a linee ondulate, a rosette, a ruota, a svastiche e, più tardi, a meandri.


Brocca attica in stile geometrico; 740 a.C., Staatliche Antikensammlungen di Monaco di Baviera, ph. Wikipedia

Nelle prime fasi della ceramografia greca è possibile distinguere vari periodi: il submiceneo (1150-1050 a.C.) in cui sono ancora presenti elementi curvilinei; il periodo protogeometrico (1050-950 a.C.) caratterizzato da forme più sobrie in cui lo stile geometrico appare in fase di formazione e la decorazione è costituita principalmente da cerchi e semicerchi concentrici e triangoli e rombi a reticolato e il periodo geometrico (950-700 a.C.) vero e proprio, caratterizzato dalla progressiva profusione di motivi decorativi geometrici e dall'introduzione di figure umane ed animali molto stilizzate.


Anfora attica, ca 950 a.C., terracotta decorata in stile protogeometrico, da Atene. Londra, British Museum

La decorazione inizialmente bruna e scura, acquisisce verso il periodo tardo un tono rossastro. Le fasce orizzontali decorate si fanno nel tempo sempre più numerose e fitte, fino a ricoprire l'intera superficie del vaso, mentre vanno riducendosi fino a scomparire le superfici monocromatiche. Dapprima la figura umana è resa in silhouette e talvolta - in seguito - anche mediante una linea di contorno con rappresentazione di dettagli all'interno: ad esempio viene disegnato il contorno della testa e segnato un punto per indicare l'occhio (vedi cratere qui sotto). 


Cratere geometrico; Argo, Museo

Anche se i vasi presentano una certa diversità a seconda delle località in cui furono rinvenuti (Attica, Corinto, Beozia, Argo, Creta, Cicladi, Cipro, Samo, Rodi, Italia, ecc.), nell'insieme si registra una certa unità stilistica: l'Attica ebbe evidentemente un ruolo di primo piano.

I motivi decorativi si arricchiscono a poco a poco di elementi figurati, in particolare figure umane e cavalli. I soggetti rappresentati comprendono figure singole e gruppi complessi, alcuni forse di ispirazione mitologica, come - per esempio - la scena di un vaso conservato a Londra che viene interpretata solitamente come una rappresentazione di Elena e Paride sul punto di fuggire dalla Grecia.  


Lebete subgeometrico da Tebe; particolare: Elena e Paride che fuggono dalla Grecia; British Museum; ph. britishmuseum.org

Più spesso però vengono raffigurate scene funerarie (il compianto con l'esposizione del corpo del defunto, o pròthesis, e il trasporto del defunto sul carro funebre, o ekphorà sono temi molto ricorrenti), ma anche scene di duelli o battaglie in mare e sulla terraferma. Le figure umane, dipinte a silhouette nera, sono allineate, a volte in file sovrapposte, mentre tutti gli spazi vuoti sono riempiti con ornati geometrici. Il torso è raffigurato di prospetto, a forma di triangolo e con braccia filiformi variamente disposte nei gesti; le gambe sono rese invece di profilo e progressivamente assumono forme più realistiche e articolate; la testa è rappresentata da una macchia nera con sporgenze per il naso o il mento. Gli scudi (noti come "scudi Dipylon") sono raffigurati con due mezzelune unite da un sottile tratto, riprendendo in forma astrattamente geometrica la forma del grande scudo miceneo bilobato, che in seguito scompare a favore dello scudo rotondo. Oltre ai cavalli compaiono uccelli o cervi e capri, tutti ridotti a forme essenziali e schematiche, disposti in lunghe file, come semplici ornati.

Le forme dei vasi più correnti sono il cratere, l'anfora, l'idria e i vari tipi di brocche e di tazze.

I più importanti vasi dell'epoca geometrica sono quelli colossali, talvolta alti più di un metro, che servivano come monumenti sepolcrali (il fondo ha generalmente dei fori per potervi versare le libagioni rituali dei defunti) e sono venuti in luce principalmente in Attica e nelle isole. 


Cratere funerario tardo geometrico attico, Bottega del Pittore di Hirschfeld (attr.), 750-735 a.C., h 108.3 cm. New York, Metropolitan Museum of Art; ph. Wikipedia

Essi erano modellati sul tornio a sezioni che erano attaccate le une alle altre con argilla liquida; infatti, all'interno sono visibili i giunti. La parte esterna è quasi del tutto ricoperta da motivi decorativi a ordini sovrapposti o a riquadri e da scene figurate. La prothesis, cioè l'esposizione del defunto sul letto di morte, è, come detto, un tema che ricorre con frequenza: il defunto è rappresentato deposto sul feretro circondato da figure di prefiche, e un corteo funebre di carri e guerrieri che lo accompagna.

Anfora; 750-760 a.C.; alt. m. 1,55. Atene, Museo Archeologico Nazionale; ph. Wikipedia

L'anfora qui sopra è assegnata ad un maestro che chiamiamo il Pittore del Dipylon dal luogo di ritrovamento di questa colossale anfora. Si trattava in questo caso non già di un vaso di corredo funerario, ma di un segnacolo tombale, come sarà più tardi la stele. È girata sul tornio, è simmetrica, l'argilla è assai depurata, la cottura è perfetta (non vi sono crepature), la vernice è nera e lucente. I motivi decorativi (di cui il principale è il meandro) sono geometrici e si dispongono in fasce. In una di queste, quella centrale fra le due anse, abbiamo una scena di compianto funebre (vedi immagine sotto) con figure umane stilizzate in maniera geometrica: si tratta infatti di due triangoli opposti (il busto e il bacino) uniti per i due vertici da quattro spesse linee indicanti gli arti e da un cerchio raffigurante la testa (il corpo è un triangolo). La precisione è straordinaria.

Anfora del Dipylon, particolare

Come si può ben notare da questa anfora, il motivo geometrico obbliga ad un preliminare esattissimo calcolo degli spazi, visto che esso deve correre senza interruzioni intorno al corpo del vaso. Si palesano pertanto fin dall'inizio come fondamentali i due concetti di subordinazione delle varie parti in funzione del tutto e di identità fra ordine razionale e bellezza, che saranno due costanti dell'arte greca.

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